educazione alimentare

Riconosci le tue emozioni e smetti di mangiarle.

Non sempre mangiamo per fame. Una consapevolezza che viene fuori ogni volta che finisco le mie giornate di lavoro allo studio. Il racconto che ascolto più spesso è quello di momenti in cui “arrivo a casa, dopo una giornata di lavoro, e mangio la prima cosa che mi capita sotto mano” o ancora “ero triste, non ho saputo resistere a quel cioccolato!”.

In genere questi racconti mi arrivano con un vissuto di sensi di colpa e giudizio che inficiano non solo il percorso nutrizionale che facciamo insieme, ma anche e soprattutto l’autostima, inducendo a credere di “non essere capaci di portare avanti una dieta”.

Si innesca così un circolo pericoloso in cui si va a minare sempre più la fiducia in se stessi, ma esiste un metodo per fermare questa “ruota”.

Prima di parlartene, però, vi faccio una piccola introduzione parlando di fame, appetito e fame emotiva.

APPETITO E FAME.

Cominciamo con il fare una distinzione fondamentale tra appetito e fame.

La fame è la richiesta fisiologica di cibo, determinata da variazioni ormonali che possono attivare i centri della fame o quelli della sazietà.

L’appetito, invece, ha in genere origine da altri stimoli, ad esempio, come nel caso precedente, da un buon profumo di pane appena sfornato o dal vedere una vetrina di dolci, ma non solo.

FAME EMOTIVA

A metterci lo zampino, infine, ci sono le emozioni, motore spesso di attacchi di fame improvvisi.

La principale differenza tra la fame emotiva e quella fisiologica consiste nel fatto che, mentre la fisiologica arriva lentamente, la fame emotiva ha insorgenza improvvisa, in genere successiva a un evento scatenante.

Inoltre, sotto l’onda dell’emotività saremo spinti a cercare cibi confortanti che hanno un basso apporto nutritivo, ad esempio biscotti o patatine, che innescano facilmente un meccanismo di craving, cioè un desiderio continuo di mangiare quel particolare alimento, come fossimo in trance. Conseguenza di questo comportamento è, inevitabilmente, il senso di colpa.

Riconoscere questi momenti è il primo passo per evitare che ricapitino.

RICONOSCI LA TUA FAME.

Se sei in una giornata “no” capita di avere la tentazione di voler mangiare qualcosa che “ti consoli” e ti tiri su di morale. Fermarsi un attimo, prima di aprire il sacchetto dei biscotti e chiediti: “Ho davvero fame?”

Se la risposta è no, riconosci quale emozione ti porta a cercare “cibo”. Magari è noia o rabbia o altro. Qualunque essa sia, riconoscila e accettala. Sarà più facile anche trovare alternative

CERCA UN’ALTERNATIVA.

Una volta riconosciuta l’emozione che ti spinge a mangiare, cerca un’alternativa. In una giornata noiosa potrebbe essere un’idea, ad esempio, chiamare un’amica o uscire a fare quattro passi. Anche coltivare un hobby potrebbe essere una valida alternativa: dipingere, leggere, immergersi nella natura; o ancora guardare un film, imparare qualcosa di nuovo, sono tutte alternative per porre rimedio a una giornata “no”.

E SE DOVESSI CEDERE?

Non giudicarti e non colpevolizzarti. Il senso di colpa genererà solo mancanza di fiducia e tendenza ad abbandonarsi ancora di più alle emozioni negative. Accetta che non siamo perfetti, coccolati ancora di più e vai avanti a seguire i tuoi obiettivi.

Non può essere sempre buio il cielo 🙂

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